Nota sulla pubblicazione delle candidature

Ai Colleghi e alle Colleghe che si apprestano a votare per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio:

tutti voi avete ricevuto la mail dell’Ordine degli Psicologi del Lazio con oggetto “Elezioni 2025: I Candidati”, e tutti avrete certamente notato che cliccando sull’elenco, solo per due liste su cinque i candidati appaiono con le foto. Tra le tre liste prive di immagini c’è anche la nostra.

Perché non vedete i nostri volti?

Vogliamo chiarire che questo è successo perché sul sito dell’Ordine, alla voce come candidarsi, sotto il paragrafo intitolato “Informazioni aggiuntive” era riportato che tutti i candidati potevano inviare entro le 12 del 21 gennaio, la stessa della presentazione delle liste, generiche “informazioni aggiuntive” che sarebbero state pubblicate sulla pagina dedicata. Ci chiediamo se questa modalità non sia stata volutamente vaga e poco limpida ed abbia, in qualche modo, avvantaggiato qualche lista a discapito di altre.

Abbiamo immediatamente chiesto chiarimenti e la possibilità di inviare le foto, una volta capito che le foto sono considerate, per qualche strano motivo, “informazioni aggiuntive”. Ci è stato risposto che in conformità con il termine indicato, ciò non sarebbe stato più possibile.

L’Ordine, protagonista di questa vicenda, non ne esce bene.

La gestione di questa situazione, con una comunicazione ufficiale caratterizzata da indicazioni poco chiare, come dimostra il fatto che solo due liste su cinque pubblicano le foto dei candidati, ha creato un ostacolo che ha reso inutilmente complessa la procedura per i candidati a tutto discapito dell’informazione agli iscritti. In particolare, l’ambiguità legata al significato di “informazioni aggiuntive” ha contribuito a generare confusione, alimentando una percezione di scarsa trasparenza e di mancanza di rispetto della finalità preminente di fornire quanti più elementi agli iscritti che si apprestano a votare. Con un Ordine che rinuncia in partenza a coinvolgere quanti più iscritti possibile per rendere valida la prima convocazione, questo è un ulteriore segnale di una gestione non orientata alla massima partecipazione.

Anche questa vicenda mette in evidenza l’importanza di un cambiamento. Serve un Ordine capace di garantire chiarezza, trasparenza ed equità, evitando situazioni che possano minare la fiducia delle colleghe e dei colleghi.

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